«Meglio non fare i giornalisti, di questi tempi»”: questa la chiusura agrodolce di Marcello Sorgi, già direttore del TG1 e de La Stampa, durante l’incontro con 200 studenti del Liceo Statale “Giordano Bruno” di Roma, tenutosi nell’Aula Magna dell’Istituto, nella mattina di lunedì 10 febbraio 2025. Organizzato dall’associazione “Iscritti a parlare”, l’evento è uno degli incontri di “We Are Europe”, progetto di promozione della cittadinanza europea, nonché il secondo dei tre appuntamenti legati ai laboratori che il Liceo – in collaborazione con l’Associazione culturale Xenia – sta realizzando nel quadro del bando Scuole Aperte di Roma Capitale.

Sorgi ha aperto il cassetto dei suoi ricordi personali, intrecciando le vicende personali ai più scottanti temi di attualità: dagli inizi con “L’ora” di Palermo, dove seguiva da vicino i casi di mafia e di cronaca nera locale, fino all’approdo a RadioRai e al TG1, dove la responsabilità di informare dieci milioni di ascoltatori al giorno ha modificato radicalmente il suo rapporto con la professione.

Professione che ai giorni d’oggi è messa sotto assedio dall’insorgere di interessi privati, che stanno cannibalizzando anche le piattaforme social, sempre più arena del dibattito pubblico e veicolo informativo per la popolazione mondiale. Post, reel, stories sono diventati un canale alternativo a quello tradizionale, soppiantandolo quasi totalmente, grazie a contenuti più superficiali, leggeri e volti all’intrattenimento. L’informazione è passata dall’essere il pane quotidiano della democrazia a scelta da fare all’interno di un panorama in cui gli argomenti più disparati vanno consumati il più velocemente e in maggior quantità possibile.

Aula Magna IMS Giordano Bruno - Evento Sorgi

Per questo, quando dalla platea degli studenti e dei docenti dell’Istituto Magistrale Giordano Bruno è arrivata la classica domanda su come si inizia questa professione, per Sorgi la risposta è stata semplice e immediata: «Non lo fate! Fatelo solamente se il giornalismo attacca il vostro organismo come una malattia. Solo in questo modo sarà possibile resistere ai numerosi stravolgimenti che la professione sta subendo». Una testimonianza, quella di Sorgi, di come l’informazione sia diventata soprattutto una battaglia morale, una crociata contro la crescente disinformazione che pervade la vita di tutti i giorni. Questi stessi temi sono stati poi toccati da Sorgi anche nella successiva intervista rilasciata alla radio scolastica dell’istituto, “Radio Giordano Bruno”. (CLICCA QUI PER SENTIRE L’INTERVISTA COMPLETA)

L’invito finale del giornalista apre però all’ottimismo: l’attitudine del buon cittadino deve essere aperta e propensa al cambiamento, senza soffermarsi solo sulle condotte malevoli. Instagram, TikTok e X sono mezzi efficaci, che stanno alfabetizzando i giovani al consumo di contenuti informativi ricchissimi, stimolandoli a farsi essi stessi parte attiva e creativa  dell’informazione. Bisogna solamente incanalare la concertazione e così il morbo del giornalismo potrà dare i suoi frutti!

Articolo scritto insieme il contributo di Laura Lunghi